Il mancato accordo tra datori di lavoro domestico e sindacati ha fatto aumentare “in automatico” le tabelle del Ministero del Lavoro portando il totale da pagare per una famiglia con una badante qualificata livello D super fino a 1.3 84 euro mensili a cui va aggiunta l’indennità di 194 euro e la quota delle mensilità aggiuntive come la tredicesima e il Tfr.
Aumenti stipendi colf e badanti causa inflazione
Una famiglia con un’assistente familiare dovrà dunque sborsare il 9,2% in più e fino all’11,5% per vitto e alloggio. Una rivalutazione rispettivamente calcolata all’80% e al 100% rispetto all’inflazione calcolata dall’Istat. Una vera e propria batosta che erode la pensione degli anziani e il potere d’acquisto delle famiglie italiane con stipendi ancora non indicizzati al caro vita.
Questi aumenti sono validi a far data dal 1 gennaio 2023, e qeusta data devono provvedere anche all’aggiornamento dei valori dei contributi. La crescita prevista dall’Assindatcolf dovrebbe essere dell’8%.
Le badanti non qualificate che si prendono cura di una persona non autosufficiente arriveranno a percepire 1.120 euro mensili, a cui va calcolata e aggiunta anche la quota relativa alla tredicesima e al TFR. Il livello A, quello degli addetti delle pulizie domestiche servono 725 euro. Per quanto riguarda le baby-sitter e le/gli assistenti di persone autosufficienti (BS) il minimo da pagare pari a uno stipendio di 988,90 euro mensili, mentre un livello C costa 1.054,85 € più le quote per le mensilità aggiuntive.
Se parliamo invece di lavoratori domestici non conviventi, la paga oraria va calcolata su 5,27 euro (livello A) e 9,36 euro per un livello D. La baby-sitter si deve accontentare di 6,99 euro. Le spese per chi ha in famiglia persone non del tutto sufficienti o proprio non autosufficienti lievitano ancora se si considera che devono trovare una soluzione anche per i giorni di ferie del personale e per l’assistenza notturna.
Badanti e vecchiaia: sistema al collasso, quali soluzioni?
Mediamente una famiglia con una persona non autosufficiente dovrà spendere almeno 1.500 euro al mese per un dipendente. Il governo, tramite il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha precisato che si deve proseguire nel rispetto dei contratti “anche facendo una riflessione su un ampliamento della deducibilità fiscale delle spese per colf e badanti sostenute dalle famiglie”.
Si torna sempre lì, all’enorme costo del lavoro italiano che tra Irpef e contributi costa al datore di lavoro più del ragionevole buon senso. Una profonda revisione dell’Irpef va fatta per tutti i settori e sarebbe sbagliato usare continuamente la leva delle detrazioni fiscali che poi alla fine vanno ad incidere sugli altri settori di lavoro, che dunque ne risulterebbero penalizzati.
La via d’uscita, visto anche l’invecchiare progressivo della popolazione italiana, dovrebbe essere quella di potenziare notevolmente programmi sociali gestiti dallo Stato tramite l’Inps, come l’Home Care Premium, mettendo a disposizione di chi ne ha bisogno e ne fa richiesta personale qualificato e regolarmente pagato per un numero maggiore di ore, a carico dello Stato senza gravare su altri comparti lavorativi.
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