Congedo parentale per lavoratrici e lavoratori dipendenti e per iscritti alla Gestione Separata

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Congedo Maternità INPS

Guida all’Indennità per fare richiesta di congedo parentale per lavoratrici e lavoratori dipendenti e per iscritti alla Gestione Separata. Continua a leggere.

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Indice

Cos’è e come funziona l’Indennità per congedo parentale per lavoratrici e lavoratori dipendenti e per iscritti alla Gestione Separata

L’indennità per congedo di maternità/paternità per lavoratrici e lavoratori dipendenti e per iscritti alla Gestione Separata è un servizio INPS (accedi con myINPS) che riconosce un periodo in cui si può non andare al lavoro (astensione obbligatoria) alle lavoratrici dipendenti durante la gravidanza e il puerperio, ricevendo per lo stesso periodo anche i contributi figurativi. In particolari casi che impediscono alla madre di usufruire del congedo, l’astensione dal lavoro spetta al padre (congedo di paternità). Il diritto al congedo e alla relativa indennità è previsto anche in caso di adozione o affidamento di minori.

A prevedere il fatto che il congedo sia obbligatorio è il Testo Unico sulla maternità e paternità (decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151) che stabilisce che i datori di lavoro non possono far lavorare le donne durante il periodo di congedo per maternità. Tuttavia, secondo le disposizioni della legge del 22 maggio 2017, n. 81 il congedo di maternità non è più obbligatorio per le lavoratrici iscritte alla Gestione Separata ma la corrispondente indennità verrà comunque erogata dall’INPS a prescindere dall’effettiva astensione dall’attività lavorativa.

A chi spetta il congedo parentale di maternità INPS?

Il congedo parentale di maternità Inps spetta, secondo le indicazioni del sito dell’Inps, a:

  • lavoratrici dipendenti assicurate all’INPS anche per la maternità (comprendendo anche le lavoratrici assicurate ex IPSEMA);
  • apprendiste, operaie, impiegate, dirigenti con un rapporto di lavoro in essere all’inizio del congedo;
  • disoccupate o sospese, come indicato dall’articolo 24 del Testo Unico maternità/paternità;
  • lavoratrici agricole a tempo indeterminato o determinato che, nell’anno in cui ha inizio il congedo, siano in possesso della qualità di bracciante e risultino iscritte negli elenchi nominativi annuali per almeno 51 giornate di lavoro agricolo come indicato dall’articolo 63 del TU;
  • lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (colf e badanti);
  • lavoratrici a domicilio;
  • lavoratrici LSU o APU (attività socialmente utili o di pubblica utilità dell’articolo 65 del TU);
  • lavoratrici iscritte alla Gestione Separata INPS e non pensionate che hanno il requisito contributivo previsto dalla legge per finanziare le prestazioni economiche di maternità. La relativa indennità è riconosciuta indipendentemente dal fatto che si verifichi un’effettiva astensione dal lavoro;
  • lavoratrici dipendenti nelle amministrazioni pubbliche (comprese le lavoratrici dipendenti ex INPDAP ed ENPALS) che sono tenute agli adempimenti previsti dalla legge in caso di maternità verso l’amministrazione pubblica dalla quale dipendono e da cui percepiscono la relativa indennità, che corrisponde al trattamento economico;
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Come funziona e quanto dura il congedo di maternità Inps

Il congedo di maternità Inps ha inizio due mesi prima la data prevista del parto, anche se in alcuni casi può iniziare da prima dei due mesi se si tratta ad esempio di gravidanza a rischio (con disposizione dell’Azienda Sanitaria Locale) o nel caso in cui le mansioni svolte dalla lavoratrice non siano compatibili con una gravidanza (con disposizione della Direzione territoriale del lavoro).

Una volta che avviene il parto il congedo ha una durata:

  • di tre mesi (calcolando, i giorni compresi tra la data presunta ed effettiva se il parto è avvenuto dopo la data presunta)
  • di tre mesi più i giorni non goduti, se il parto è avvenuto prematuramente rispetto alla data presunta
  • per l’intero periodo di interdizione prorogata, così come indicato dalla Direzione Territoriale del Lavoro in caso di lavori incompatibili con il puerperio

Congedo maternità: Possibilità di non andare al lavoro solo dopo il parto

Con una novità presente fin dalla legge di bilancio del 2019, le madri possono scegliere di usufruire del congedo di maternità astenendosi dal lavoro esclusivamente dopo l’evento del parto, a patto che ciò avvenga entro 5 mesi dallo stesso, con l’autorizzazione del medico specialista del SSN e del medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro.

congedo di maternità inps

Congedo di maternità per parto gemellare

In caso di parto gemellare il congedo di maternità ha una durata che non cambia rispetto a quella standard.

In generale la data del parto è considerata giorno a sé rispetto ai due mesi di ante partum e ai tre mesi post partum e quindi, quel giorno deve essere sempre aggiunto ai consueti cinque mesi di congedo di maternità.

Congedo di maternità in caso di interruzione di gravidanza

In caso di interruzione di gravidanza dopo 180 giorni dall’inizio della gestazione o di decesso del bambino alla nascita o durante il congedo di maternità, la lavoratrice, dipendente o iscritta alla Gestione Separata, può non andare al lavoro per l’intero periodo di congedo di maternità INPS, tranne nel caso in cui rinunci al diritto di fruire del congedo di maternità (articolo 16, comma 1 bis del TU, modificato dal decreto legislativo 18 luglio 2011, n. 119).

Inps: congedo di maternità in caso di adozione

In caso di adozione, il congedo di maternità Inps spetta per per cinque mesi a partire dall’ingresso in Italia del minore adottato o affidato.Si può usufruire del periodo di congedo anche in modo parziale prima dell’ingresso in Italia del minore. Se l’affidamento non è preadottivo, il congedo viene riconosciuto alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti per tre mesi, anche frazionato su cinque mesi, a partire dall’affidamento del minore. Questo congedo non spetta invece alle lavoratrici e ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata.

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Quando spetta il congedo parentale di paternità

Il congedo di parentale paternità spetta in tutti quei casi in cui la madre del bambino si trova in situazioni particolari che, secondo la disciplina prevista dagli articoli 28 e seguenti del TU, comprendono:

morte o grave malattia della madre. Il papà che ne fa richiesta, all’atto della compilazione della domanda, indica gli estremi della madre e la data del decesso. La certificazione sanitaria di grave malattia (infermità) deve essere presentata in busta chiusa al centro medico legale dell’INPS, allo sportello o a tramite raccomandata;
abbandono del figlio da parte della madre, da attestare mediante la compilazione online della dichiarazione di responsabilità;
affidamento esclusivo del figlio al padre (come previsto dall’articolo 155 bis del codice civile), che dispone gli elementi identificativi del provvedimento indicando l’autorità giudiziaria, la sezione, il tipo e numero di provvedimento, la data di deposito in cancelleria. Il genitore, per velocizzare la procedura, può allegare copia conforme all’originale del provvedimento giudiziario.

Nel caso di adozione, il congedo parentale di paternità spetta se vi è una rinuncia totale o parziale della madre lavoratrice al congedo di maternità che gli spetta. Tale rinuncia può avvenire con la compilazione online della dichiarazione di responsabilità.

Quanto dura il congedo di paternità?

Il congedo di parentale paternità ha una durata pari al periodo di congedo di maternità non fruito da parte della madre lavoratrice. Bisogna tenere in considerazione che in caso di madre non lavoratrice, il congedo di paternità finisce dopo tre mesi dal parto.

Congedo di maternità/paternità: quanto spetta?

In caso di congedo di maternità (o paternità) si ha diritto a ricevere un’indennità pari all’80% della retribuzione media globale giornaliera calcolata in base all’ultimo periodo di paga precedente l’inizio del congedo di maternità.

In caso di iscrizione alla Gestione Separata, se il reddito deriva da attività libero professionale o di collaborazione coordinata e continuativa parasubordinata, l’indennità di congedo di maternità corrisponde all’80% di 1/365 del reddito.

L’indennità del congedo di maternità (o paternità) viene anticipata in busta paga dal proprio datore di lavoro. Mentre è pagata direttamente dall’INPS se si tratta di lavoratrici stagionali, lavoratrici dello spettacolo saltuarie o a termine, operaie agricole, colf e badanti, lavoratrici disoccupate o sospese dal lavoro, lavoratrici ex IPSEMA dipendenti da datori di lavoro che non hanno scelto il pagamento delle indennità con il metodo del conguaglio CA2G e iscritti alla gestione separata.

congedo parentale di maternità e paternità

Requisiti contributivi per ottenere congedo di maternità

Per ottenere il congedo di maternità è necessario soddisfare dei requisiti contributivi che per le lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (colf e badanti) corrispondono a 26 settimane contributive nell’anno precedente l’inizio del congedo di maternità oppure 52 settimane contributive nei due anni precedenti l’inizio del congedo. Se si hanno questi requisiti, specifica l’INPS, non è necessario avere un contratto di lavoro in atto.

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Per le lavoratrici agricole, il periodo contributivo richiesto è di almeno 51 giornate di lavoro agricolo nell’anno di inizio del congedo.

Per chi è disoccupata o sospesa dal lavoro il congedo di maternità deve iniziare entro 60 giorni dall’ultima data lavorativa (anche dopo se si percepisce un sostegno al reddito collegato al lavoro come Naspi o Cig). Il diritto all’indennità di maternità spetta anche nel caso in cui il congedo di maternità è iniziato entro 180 giorni dall’ultima data di lavoro e sono stati versati all’INPS 26 settimane di contributi nel biennio precedente l’inizio del congedo di maternità.

Per chi è iscritta alla gestione separata Inps il diritto all’indennità di maternità/paternità spetta se nei 12 mesi precedenti il mese di inizio del congedo di maternità (o paternità) risultano effettivamente accreditati o dovuti alla Gestione Separata almeno un contributo mensile comprensivo della predetta aliquota maggiorata.

Se si è tra le lavoratrici assicurate ex IPSEMA dipendenti da datori di lavoro che pagano le indennità con il conguaglio CA2G ( come previsto dalla circolare INPS 23 ottobre 2015, n. 173), la competenza territoriale alla gestione delle pratiche è quella basata sulla generalità dei lavoratori e determinata in base alla residenza dell’assicurato.

Quando si fa domanda per il congedo di maternità

Le tempistiche previste dall’INPS per inoltrare la domanda di congedo di maternità indicano che va fatta prima dei due mesi della data prevista del parto e non oltre un anno dalla fine del periodo di durata per cui si ha diritto al congedo di maternità. dopo quella data si perde il diritto al congedo di maternità Inps.

I documenti da presentare all’Inps per fare domanda e ottenere il congedo di maternità e la relativa indennità sono fondamentalmente un certificato medico di gravidanza rilasciato dal medico del SSN (o convenzionato al SSN) che lo invia all’Inps telematicamente.

Come fare domanda per il congedo di maternità INPS

Per fare domanda per ottenere il congedo di maternità Inps si può procedere online con il servizio dedicato alla richiesta di congedo di maternità INPS (myINPS), accedendo tramite Spid, CIE o CNS, e che è composto dalle seguenti funzionalità:

Informazioni, pagina che illustra le prestazioni previste in base alle categorie di lavoratori in caso di parto, adozione o affidamento;
Manuali, pagina da dove si può facilmente esaminare e fare il download dei manuali d’uso della funzionalità di “acquisizione domanda” elencati per ogni categoria di lavoratrice/lavoratore;
Acquisizione domanda, opzione che permette di compilare e inviare la domanda di congedo parentale in base alle categorie di lavoratrici/lavoratori;
Annullamento domande, opzione che consente di fare l’annullamento della domanda fatta in precedenza;
Consultazione domande, opzione che permette di controllare le domande fatte e inoltrate all’INPS.

È possibile inoltre, fare domanda di congedo di maternità/paternità tramite:

  • patronati
  • contact center INPS al numero 803164 (gratis da fisso) o al numero 06 164 164 da cellulare

Altre funzioni Inps

Se hai interesse nel conoscere le ultime funzioni e servizi offerti dall’Inps consulta la sezione dedicata all’INPS qui su Carinsi, che ha approfondito anche altri argomenti come il funzionamento del cedolino della pensione INPS, il reddito di libertà INPS, la guida per evitare la fila all’INPS, l’approfondimento sul riscatto della laurea INPS e tra gli altri, il funzionamento di MyINPS.