In un mondo dove il valore degli immobili è tanto tangibile quanto mutevole, una novità legislativa potrebbe presto ridefinire le regole del gioco nel settore delle donazioni. Questa prospettiva, una volta considerata un orizzonte lontano, è ora più vicina grazie a una norma originariamente inclusa nel disegno di Legge di Bilancio. Sebbene questa norma sia stata temporaneamente messa da parte dal Senato, attende il suo momento sul palcoscenico delle decisioni legislative, promettendo di trasformare ciò che una volta era statico in dinamico. La svolta? Rendere vendibili quegli immobili che, secondo le attuali disposizioni, erano avvolti in una nebbia di complessità burocratica, rendendoli quasi intoccabili senza il supporto di un’assicurazione specificamente progettata. Con questa potenziale riforma, le porte si aprono a nuove opportunità di investimento e donazione, spazzando via le ragnatele di un sistema che ha troppo a lungo impedito il libero fluire di proprietà e possibilità.
Come funzionano le donazioni fin’ora
Immagina che qualcuno ti regali una casa. Potresti pensare che ora la casa è tua e puoi farci quello che vuoi, giusto? Non proprio. Secondo le leggi attuali, se gli eredi della persona che ti ha regalato la casa pensano che quella donazione abbia intaccato la loro parte di eredità (cioè, hanno ricevuto meno di quello che avrebbero dovuto), possono chiedere indietro quella casa, a certe condizioni. Devono fare questa richiesta entro 10 anni dalla morte della persona che ha fatto la donazione, o comunque non oltre 20 anni da quella data.
Questo crea un grosso problema se vuoi vendere la casa che ti è stata donata. Se qualcuno vuole comprare la tua casa con un mutuo, la banca potrebbe non essere felice di sapere che gli eredi potrebbero venire a chiedere indietro la casa in futuro. Questo perché, se gli eredi riescono a riavere la casa, la banca potrebbe perdere i soldi del mutuo che ha dato all’acquirente. Quindi, sotto queste regole, vendere una casa donata può diventare davvero complicato.
664498992236849" crossorigin="anonymous">Esempio donazioni
Prendiamo un esempio che ho visto sul Corriere della Sera. Pensa a una famiglia in cui il padre decide di lasciare in eredità un totale di 300.000 euro ai suoi due figli. Per semplificare, immagina che il padre preferisca un po’ di più uno dei figli e decida di dargli 150.000 euro mentre è ancora in vita. Dopo la sua morte, restano 150.000 euro da dividere tra i due figli. Se dividessimo equamente questo importo, ogni figlio dovrebbe ricevere 75.000 euro. Tuttavia, il figlio preferito avrebbe già ricevuto 150.000 euro in anticipo, portando il suo totale a 225.000 euro, mentre l’altro figlio avrebbe solo 75.000 euro. Questo non va bene perché il padre poteva disporre liberamente solo di un terzo del suo patrimonio, cioè 100.000 euro. Quindi, il massimo che il figlio preferito avrebbe dovuto ricevere era 200.000 euro (100.000 euro dalla sua parte “libera” più 100.000 euro come la sua metà dell’eredità).
Se uno degli eredi si sente danneggiato, può avviare un’azione legale per “ridurre” la donazione, cioè per chiedere indietro la parte di eredità che è stata data in eccesso. Nell’esempio, il figlio che ha ricevuto solo 75.000 euro potrebbe richiedere i 25.000 euro dati in eccesso all’altro fratello.
Con le nuove regole proposte, se la casa (o qualsiasi altro bene) viene donata, gli eredi che si sentono danneggiati possono chiedere solo il valore in denaro di quella donazione, non la restituzione del bene stesso. Inoltre, possono chiederlo solo a chi ha ricevuto la donazione, non a chi ha poi comprato quel bene. Questo significa che se la casa donata è stata venduta e l’acquirente ha fatto un mutuo, la banca può stare più tranquilla. La banca sa che, anche se ci sono problemi con la divisione dell’eredità, il suo mutuo è al sicuro perché non può essere annullato a causa di queste dispute familiari.
Le nuove norme sulle donazioni previste dalla Legge di bilancio
Se oggi vuoi comprare una casa che qualcuno ha ricevuto in donazione, fino ad ora c’era un rischio: i figli o altri parenti del donatore potevano dire che quella donazione non era giusta e chiedere indietro la casa. Per proteggerti da questo rischio, potevi comprare una specie di assicurazione. In Italia, ogni anno circa 20.000 persone comprano questa assicurazione per stare tranquille quando acquistano una casa donata.
Però, con le nuove regole proposte nella Legge di Bilancio, tutto cambia. Ecco un esempio: immagina un vedovo che dona tutti i suoi beni immobiliari alla sua badante. Dopo, la badante vende tutto e torna nel suo paese. Con le regole attuali, i figli del vedovo possono chiedere indietro la casa anche al nuovo proprietario, che, se ha l’assicurazione, non perde nulla. Ma con le nuove norme, i figli del vedovo dovrebbero chiedere il valore della casa alla ex badante. Il problema è che potrebbe essere difficile trovare la badante, e anche se la trovano, potrebbe non avere soldi per pagare. Così, i figli finiscono con un semplice “diritto di credito”, cioè il diritto di chiedere i soldi, ma senza molte speranze di ottenerli davvero.