Cosa sono i Fringe Benefit e come funzionano

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Si fa un gran parlare di Fringe Benefits e dell’impatto che possono avere sulla busta paga dei dipendenti. Se sei arrivato fin qui stai cercando informazioni su cosa sono i fringe benefit e come funzionano. Una certa tipologia di fringe benefit ci sono sempre stati, anche in Italia, usati prevalentemente dalle grandi aziende per dare un compenso extra, mirato su precisi scopi di spesa, ai propri dipendenti.

Da quando il governo italiano ha voluto istituzionalizzare i fringe benefit, soprattutto per combattere il carovita sulle spese più essenziali che il lavoratore si trova ad affrontare ogni mese, hanno preso piede e sono diventati argomento molto popolare. Ma cosa sono esattamente i fringe benefit? Come funzionano? E come potrebbero interessare positivamente la tua busta paga?

Domande a cui cercherò di dare una risposta nelle prossime righe. Quando avrai finito di leggere questo articolo saprai tutto sui fringe benefit e sull’impatto che hanno o possono avere sul tuo stipendio o, se sei un imprenditore, sulle buste paga dei tuoi dipendenti.

Fringe Benefit: cosa sono?

Se ti è mai capitato di avere un’auto aziendale hai usufruito di un fringe benefit. Parola inglese che ora vediamo di comprendere anche in italiano. 

I fringe benefit sono dei benefici accessori che vengono aggiunti al trattamento economico previsto normalmente dal datore di lavoro. Hanno la caratteristica (spesso) di essere esentasse. Pertanto il datore di lavoro eroga un beneficio accessorio, fringe benefit, pagando un costo netto senza farsi carico di ulteriori cifre lorde.

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Esempi di fringe benefit sono l’automobile aziendale, lo smartphone o il notebook aziendale, le assicurazioni, i buoni pasto e ultimamente possono rientrare anche trattamenti economici liquidi con lo scopo di combattere il carovita.

I fringe benefit e il loro meccanismo di funzionamento sono regolati dall’articolo 2099 comma 3 del Codice Civile, il quale sancisce che:

La retribuzione del prestatore di lavoro puo’ essere stabilita a tempo o a cottimo e deve essere corrisposta nella misura determinata dalle norme corporative, con le modalita’ e nei termini  in  uso  nel luogo in cui il lavoro viene eseguito.

In condizioni normali i fringe benefit sono considerati “prestazioni in natura”, poichè considerati un trattamento accessorio rispetto a quello economico standard. Tuttavia in situazioni specifiche possono essere concesse, tramite apposite leggi, delle deroghe.

I fringe benefit in busta paga?: come funzionano

I fringe benefit in busta paga?: come funzionano
Immagine simbolo dei fringe benefit

La novità assoluta per il mercato del lavoro italiano e dei suoi stipendi sono i fringe benefit in busta paga. Per combattere l’inflazione in alcuni Paesi europei, come la Germania, si sono introdotti dei bonus, chiamati fringe benefit da pagare direttamente al lavoratore da parte dell’azienda. 

In Italia, entro il 2024, le aziende possono erogare fringe benefit esentasse direttamente in busta paga fino ad un massimo di 3.000 euro. Questo rappresenta una deroga alle normative sul reddito da lavoro dipendente tassabile che racchiude tutte le somme percepite «a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro», secondo l’articolo 51, comma 1, del Testo Unico delle imposte sui redditi.

Esempi di fringe benefit

Gli esempi più comuni di fringe benefit sono quelli “in natura”, cioè diversi da pagamenti cash. Non tutte le aziende offrono benefici accessori al dipendente, tuttavia sono sempre di più gli imprenditori che pensano anche al benessere del lavoratore, andando a “copiare” quello che il grande imprenditore Olivetti iniziò parecchi anni or sono. Il welfare aziendale sta rappresentando sempre di più un pilastro della redistribuzione meritocratica dei redditi e del valore prodotto dai lavoratori. I fringe benefit aziendali sono:

  • auto aziendale;
  • cellulare aziendale;
  • computer aziendale;
  • assicurazione sanitaria;
  • polizze vita;
  • prestiti agevoltati;
  • mensa aziendale;
  • buoni pasto;
  • convenzioni con bar, ristoranti, trattorie;
  • altri tipi di convenzioni;
  • pernottamenti;
  • viaggi premio;
  • buoni benzina.
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I buoni pasto sono i fringe benefit tra i più diffusi nelle aziende e rappresentano una fonte di convenienza sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. Anche le auto aziendali sono un fringe benefit importante che può essere erogato subordinatamente ad un uso promiscuo (personale e lavoro), solo personale o solo lavorativo.

Fringe benefit: la tassazione?

Sono molti i lavoratori che chiedono informazioni sulla tassazione relativa ai fringe benefit. Lo scopo di questi benefici accessori e quello di venire in contro al dipendente in fattori della vita quotidiana, in modo da semplificare la vita. Anche i datori di lavoro trovano convenienza in questo genere di erogazioni poichè risultano totalmente o parzialmente detassate. 

In base alle leggi vigenti i fringe benefit possono essere totalmente esentasse entro determinati limiti di spesa o tassati secondo la disciplina Irpef. In ogni caso, per poter essere detassati, i fringe benefit devono rispettare questi requisiti:

  • Le opere e i servizi devono essere messi a disposizione di tutti i dipendenti dell’azienda;
  • Le opere e i servizi possono interessare solo erogazioni in natura e non erogazioni denaro, salvo deroghe o diversa disposizione legislativa;
  • Le opere e i servizi devono devono avere una finalità sociale valida.

Tra i fringe benefit rientrano tutte le prestazioni, opere, servizi corrisposti al dipendente in natura o sotto forma di rimborso spese con lo scopo di incidere a livello sociale in maniera differente dal solo reddito da lavoro dipendente. Pertanto i fringe benefit sono esclusi dalla tassazione regolare prevista per il reddito da lavoro fino ad un importo di 258,23 euro annui, che salgono a 3.000 euro, se concessi entro il 31 dicembre 2024, in base alla deroga sulla normativa della tassazione dei redditi da lavoro così come previsto dal decreto aiuti Quater emanato dal governo Meloni per contrastare i problemi legati al carovita.

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Conclusione

La somma degli aiuti messi in campo dai vari governi negli anni del caro energia culmina con l’estensione dei fringe benefit per pagare le bollette dai 600 ai 3000 euro fino al 2024. Per il resto la definizione di fringe benefit classica resta sempre quella relativa ai beni e prestazioni in natura, come l’auto aziendale o i buoni pasto. Un classico delle prestazioni accessorie fornite da molte aziende.

I fringe benefit potrebbero essere erogati anche dalla tua azienda, ma non è detto che tutti i datori di lavoro provvedano al pagamento di fringe benefit in natura o in contanti. Molte aziende per varie ragioni, anche di carattere finanziario, possono scegliere di non erogare fringe benefit mentre altre potrebbero aver già provveduto o provvederanno non appenda le condizioni lo permettono. Resta aggiornato su novità e informazioni sul mondo del lavoro e del fisco e diritto consultando regolarmente Carinsi.it .