Il Consiglio dei Ministri del 7 giugno 2023 ha dato il via libera alla riforma dei concorsi pubblici, un importante intervento che fa parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) volto alla semplificazione e digitalizzazione delle procedure amministrative. La principale novità introdotta dal Governo riguarda il limite massimo di durata dei concorsi pubblici, fissato a 6 mesi, ossia 180 giorni.
Secondo il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, questa misura traccia la strada per un nuovo approccio alla selezione del personale pubblico, accelerando significativamente i tempi di conclusione delle procedure e puntando sulla digitalizzazione e trasparenza. Questo intervento permetterà di affrontare le oltre 170.000 assunzioni previste per il 2023 con maggiore forza, fiducia e consapevolezza, fornendo ai candidati una garanzia sui tempi e alle amministrazioni uno strumento innovativo e all’avanguardia.
Il regolamento
Il regolamento che modifica il Decreto del Presidente della Repubblica del 9 maggio 1994, n. 487, riguardante le norme sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni, è stato approvato in via definitiva durante il Consiglio dei Ministri del 7 giugno 2023. Il testo della riforma tiene conto dei pareri espressi dalla Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato e dalle competenti Commissioni parlamentari. Ora si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per la sua attuazione.
Secondo il testo del Decreto del Presidente della Repubblica, le procedure concorsuali dovranno concludersi entro 120 giorni dalla data delle prove scritte o, nel caso dei concorsi per titoli, dalla data della prima convocazione. A questo periodo si aggiungono ulteriori 60 giorni previsti per i ricorsi.
La riforma prevede anche che l’inosservanza di questo termine possa essere giustificata dalla commissione esaminatrice con una relazione motivata da inviare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica o all’amministrazione o ente che ha pubblicato il bando di concorso. Inoltre, le amministrazioni saranno tenute a pubblicare sul proprio sito istituzionale i dati relativi alla durata effettiva di ciascun concorso svolto.
Oltre alla limitazione della durata, la riforma introduce altre importanti modifiche nella disciplina di accesso al pubblico impiego. Innanzitutto, si abbandona l’obbligo di pubblicazione dei bandi sulla Gazzetta Ufficiale (4a serie concorsi ed esami) a favore dell’obbligo di pubblicazione sui Portali del reclutamento inPA e sui siti istituzionali degli enti che bandiscono i concorsi.
Ulteriori dettagli
Particolare attenzione viene dedicata anche alla rappresentatività di genere, con l’obiettivo di eliminare ogni forma di “discriminazione” tra uomini e donne. Si prevedono inoltre tutele specifiche per le donne in gravidanza o in fase di allattamento, come evidenziato nell’approfondimento sulla genitorialità e parità di genere nei concorsi pubblici.
Anche le persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento godranno di tutele specifiche, come già illustrato in precedenti articoli. Cambiano anche i requisiti di accesso e le modalità di svolgimento delle prove, sempre più digitalizzate. Infine, tra le altre novità, sono previste disposizioni sulle modalità di selezione e sui concorsi unici, che si affiancheranno alle disposizioni già introdotte dal Decreto PA 2023 convertito in legge.
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il testo diventerà operativo.
La riforma dei concorsi pubblici rappresenta un importante passo avanti nella semplificazione e digitalizzazione delle procedure amministrative, riducendo i tempi di conclusione dei concorsi e garantendo una maggiore trasparenza nel reclutamento del personale pubblico. Si tratta di un cambiamento significativo che influenzerà positivamente sia i candidati che le amministrazioni, favorendo una selezione più efficiente ed equa.
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