L’acetaminofene è un antidolorifico, riduttore di febbre e antipiretico molto usato. Ha una bassa tossicità nelle dosi terapeutiche, ma è potenzialmente epatotossico in sovradosaggio. La ragione principale è il suo metabolita primario, il 3 -acetil-paracetamolo (3-APA), che ha un’epatotossicità molto più alta dell’acetaminofene da solo. Questo articolo della sezione Carinsi dedicata al benessere, esamina il percorso e il metabolismo dell’acetaminofene e la sua epatotossicità.
L’acetaminofene è di solito ben tollerato come dose singola, ma il suo uso prolungato o il sovradosaggio può portare all’epatotossicità. Il meccanismo esatto dell’epatotossicità con l’acetaminofene non è completamente compreso; tuttavia, è stato collegato alla formazione di metaboliti attraverso processi ossidativi.
Il primo passo del percorso è la N-acetilazione ossidativa del gruppo amminico dell’acetaminofene. È catalizzata da due diverse N-acetiltransferasi (NAT), che hanno diverse specificità. L’acetaminofene può anche subire una declorazione riduttiva per formare 3-APA, che è anche catalizzata da due diverse NAT. Questo articolo esamina il percorso e il metabolismo dell’acetaminofene, la formazione di 3-APA e la sua epatotossicità.
L’acetaminofene è usato per alleviare il dolore e ridurre la febbre.

L‘acetaminofene si trova in molti farmaci da banco e da prescrizione. È generalmente ben tollerato alle dosi raccomandate e probabilmente non è epatotossico se non assunto in grandi quantità per diverse settimane. L’uso cronico di acetaminofene può portare a pigmentazioni della pelle più verdi (ittero), ma non sono stati riportati danni epatici più significativi.
L’acetaminofene è usato per alleviare il dolore e ridurre la febbre con farmaci a base di paracetamolo. Si trova in molti farmaci da banco e da prescrizione. È generalmente ben tollerato alle dosi raccomandate, e probabilmente non è epatotossico se non assunto in grandi quantità per diverse settimane.
Epatotossicità del paracetamolo
Un metabolita del paracetamolo può essere epatotossico in dosi molto elevate. Nel fegato, si isomerizza in un metabolita tossico di breve durata, l’acetil-CoA acetoacetato, che poi viene convertito in acetoina, un sottoprodotto tossico. Si ritiene che l’acetoina porti alla morte cellulare tramite apoptosi.
Raccomandazioni generali per la gestione dell’epatotossicità da acetaminofene

Poiché il meccanismo dell’epatotossicità non è completamente compreso, la funzione epatica dovrebbe essere monitorata nei pazienti che assumono acetaminofene. Nei pazienti con funzione epatica anormale, i test epatici dovrebbero essere eseguiti e il farmaco dovrebbe essere interrotto se anormale.
Tutti i pazienti che assumono acetaminofene (paracetamolo) devono essere monitorati per segni e sintomi di tossicità epatica, inclusi nausea, vomito, diarrea, dolore addominale e scolorimento della pelle, nervi periferici e occhi. I pazienti che sviluppano questi segni e sintomi durante l’assunzione di acetaminofene devono consultare immediatamente un medico.
Gestione del sovradosaggio acuto
In caso di overdose di paracetamolo (acetaminofene), portare il paziente in ospedale il prima possibile. All’ospedale, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca del paziente devono essere monitorate continuamente, e le cure di supporto devono essere fornite secondo necessità. L’inizio dell’overdose da acetaminofene può essere rapido, con pochi sintomi. Pertanto, è importante riconoscere i segni e i sintomi dell’overdose da acetaminofene.
Quando si gestisce un’overdose di acetaminofene, è importante considerare la dose, l’età del paziente, il suo peso, l’ora del giorno in cui è stata assunta l’overdose e se sono stati presi altri farmaci allo stesso tempo. È anche importante considerare la storia farmacologica di acetaminofene del paziente, le caratteristiche personali e il tipo di malattia da trattare.
Gestione dell’overdose cronica
In caso di sovradosaggio cronico di paracetamolo, la funzione epatica del paziente deve essere monitorata più frequentemente. I pazienti che sviluppano test di funzionalità epatica anormali devono essere sottoposti a biopsia epatica per escludere un danno epatico cronico. Se il fegato è normale, la causa più probabile di risultati anormali dei test epatici è secondaria alla tossicità cronica da acetaminofene.
Conclusione
L’uso di acetaminofene (paracetamolo) è estremamente diffuso, e il sovradosaggio è raramente una preoccupazione. La causa più probabile del danno epatico legato all’acetaminofene è l’uso cronico quotidiano di dosi elevate. Questi pazienti sono spesso inconsapevoli che la loro funzione epatica sta diminuendo, e possono non cercare l’attenzione medica fino a quando non sviluppano una condizione più grave. Pertanto, è importante che i pazienti siano consapevoli dei sintomi del sovradosaggio di acetaminofene e che cerchino immediatamente assistenza medica se questi sintomi si sviluppano.
(Le informazioni che si trovano in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e non si sostituiscono in alcun modo al consulto medico e/o al parere di uno specialista. Non costituiscono, inoltre, elemento per la formulazione di una diagnosi o per la prescrizione di un trattamento. Per questo motivo si raccomanda, in tutti i casi, di consultare sempre il parere di un medico o di uno specialista).
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