Istat comunica i dati sul Pil del terzo trimestre:
Nel terzo trimestre del 2022 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% nei confronti del terzo trimestre del 2021.
La crescita congiunturale del Pil diffusa il 31 ottobre 2022 era stata anch’essa dello 0.5%, così come quella tendenziale era stata del 2,6%.
Il terzo trimestre del 2022 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2021.
La variazione acquisita per il 2022 è pari a +3,9%.
Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in aumento, con una crescita dell’1,8% dei consumi finali nazionali e dello 0,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono aumentate, rispettivamente, del 4,2% e dello 0,1%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per 1,6 punti percentuali alla crescita del Pil: 1,4 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, 0,2 punti gli investimenti fissi lordi e contributo nullo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP). Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,2 punti percentuali. Per contro, il contributo della domanda estera netta è risultato negativo nella misura di 1,3 punti percentuali.
Si registrano andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto di agricoltura e industria, diminuiti rispettivamente dell’1,4% e dello 0,9%, mentre i servizi registrano una crescita dello 0,9%.
Analisi
Nel 2022 il Pil continua a crescere anche nel terzo trimestre. Si segnala lo stop dell’industria e del settore primario mentre l’unico contributo positivo è dato dal terziario, ovvero dai servizi trainati dall’exploit a oltranza del turismo che è cresciuto notevolmente in tutto lo stivale. Il quarto trimestre è difficile che veda una crescita, visto che l’industria italiana ha risentito parecchio della crisi energetica e il turismo potrebbe non bastare a pareggiare i conti come avvenuto nel terzo trimestre del 2022.
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