Italia, Regno Unito e Giappone vicini all’accordo su un progetto di jet da combattimento

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Giappone, Regno Unito e Italia sono vicini ad annunciare un accordo politico su un nuovo caccia a reazione, unendo le forze per finanziare un programma multimiliardario in grado di competere con la prossima generazione di aerei da guerra provenienti dagli Stati Uniti e altrove.

L’accordo sul progetto, che si chiamerà Global Combat Air Program, è atteso per la prossima settimana, secondo fonti vicine alla questione. Le parti coinvolte avevano affermato a luglio, quando è stato annunciato il probabile coinvolgimento del Giappone, che l’obiettivo era quello di siglare un accordo entro la fine dell’anno. La data potrebbe slittare a fine mese.

La Gran Bretagna e l’Italia hanno sviluppato per alcuni anni l’aereo da guerra Tempest per competere con la Francia e il cosiddetto aereo Future Combat Air System della Germania. Londra e Roma hanno lavorato per portare il Giappone nel gruppo, con la Svezia come ulteriore potenziale partner.

I principali appaltatori, come riportato da Bloomberg in un articolo dedicato al tema, sono Mitsubishi Heavy Industries per il Giappone, BAE Systems Plc per il Regno Unito e Leonardo SpA per l’Italia. La svedese Saab AB, che attualmente produce il caccia Gripen, è considerata un’ulteriore potenziale recluta.

Perché conta

Questa nuova generazione di jet sarà operativa non prima del 2035, e si tratta del risultato del Global Combat Air Program inglese, incarnato da Tempest, un futuro sistema aereo da combattimento internazionale che aprirà la strada a nuove tecnologie, in grado di stare al passo con le minacce in evoluzione. Si tratta di un jet europeo , indipendente dagli Usa, che ora con l’ingresso del Giappone diventa a tutti gli effetti un progetto internazionale.

Francia e Germania hanno scelto di “fare da soli” anche perché dividere la “torta industriale” con altri Paesi come Italia e Regno Unito non sarebbe stato semplice. Per il Giappone è una novità partecipare ad un programma del genere senza la presenza degli Usa, ma è parso inevitabile vista la crescente militarizzazione del Paese del Sol Levante in chiave non solo anti cinese ma anche per difendersi dalle minacce della Corea del Nord.

Per l’Europa sembra che l’Unione europea ancora non esiste nel campo della Difesa, in quanto la presenza di progetti multipli per progetti con lo stesso scopo sono un chiaro fallimento diplomatico. Con un unico progetto ci sarebbero state importanti razionalizzazioni di spesa e maggiore cooperazione. Sembra che abbia prevalso l’orticello industriale nazionalistico.

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