L’UE ha pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il regolamento di esecuzione UE 2023/5 della Commissione del 3 gennaio che prevede la possibilità di immettere nel mercato dell’Acheta domesticus, un tipo di grillo domestico, come alimento.
Dall’Ansa si apprende che:
La Commissione aveva chiesto, l’8 luglio 2020, all’Autorità europea per la sicurezza alimentare di effettuare una valutazione in merito e il 23 marzo 2022 l’Efsa ha adottato un parere scientifico sulla sicurezza della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus intero quale nuovo alimento. Per un periodo di cinque anni, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, 24 gennaio 2023, viene poi precisato nel Regolamento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Ue, solo la società Cricket One Co. Ltd è autorizzata a immettere sul mercato dell’Unione il nuovo alimento a base di polvere parzialmente sgrassata di grillo domestico, salvo nel caso in cui un richiedente successivo ottenga un’autorizzazione per tale nuovo alimento.
Cos’è l’Acheta domesticus?
L’Acheta domesticus è una specie di insetto appartenente alla famiglia degli ortotteri. È comunemente noto come “grillo domestico” o “grillo comune” perché è molto diffuso in ambiente domestico, dove può essere trovato in luoghi come giardini, cortili, cantine e altri spazi all’aperto. I grilli domestici sono insetti molto resistenti e possono essere facilmente addomesticati. Alcune persone li usano come animali da compagnia, sia per la loro bellezza che per il loro canto caratteristico.
Cos’è la polvere di grillo?
La polvere di grillo è un alimento a base di insetti che viene prodotto tritando i grilli fino a ottenere una polvere sottile e fine. È considerata una fonte di proteine di alta qualità, poiché contiene tutti gli aminoacidi essenziali che il corpo umano ha bisogno per sintetizzare proteine complete. Inoltre, la polvere di grillo è ricca di ferro, calcio, zinco e vitamine del gruppo B (in particolare vitamina B12).
La polvere di grillo è commestibile e viene spesso utilizzata come ingrediente in ricette di cucina o come integratore alimentare. È una scelta alimentare sostenibile, poiché la produzione di proteine animali tramite l’allevamento di grilli richiede meno risorse rispetto all’allevamento di animali come bovini, suini e polli. Inoltre, i grilli sono in grado di convertire il cibo in proteine con un rendimento più elevato rispetto agli animali tradizionali.
Perchè conta?
Non è una buona notizia per gli ambientalisti che ora si dovranno concentrare anche sulla difesa dei poveri grilli proteici. La scelta è quantomeno discutibile. Non si capisce perché, dopo le conquiste alimentari e di qualità tipiche della cucina europea (italiana, francese, greca e spagnola in primis), ora si debba “introdurre” un nuovo alimento nella dieta dei cittadini europei vessati dall’inflazione e dalla perdita di potere d’acquisto. Lo sviluppo delle tecniche di coltivazione, alimentari e di allevamento può essere, e lo è già, incentrato sul diminuire l’impatto “inquinante” di tali pratiche senza però dover essere gli unici abitanti del pianeta a “copiare” il peggio dal resto del mondo anziché esportare il meglio che ben sappiamo fare e che sempre meglio stiamo facendo (basta vedere i dati sul riciclo e sulla coscienza ambientale dei cittadini europei per capirlo).
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