L’Italia riceve la terza rata del Pnrr dalla Commissione europea, totalizzando un importo di 18 miliardi e mezzo. Questo ammonta a circa il 44% dell’intero budget del Next Generation Eu destinato all’Italia. Le risorse saranno utilizzate in ambiti cruciali come giustizia, sanità, istruzione, mercato del lavoro e ricerca, come sottolineato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Questo passo segna un momento significativo per un’Italia che “torna a credere nelle sue capacità” e mostra l’approccio serio del governo attuale verso la questione.
La Commissione europea ha erogato finora 85,4 miliardi all’Italia. Le riforme attuate dall’Italia per ottenere questo pagamento riguardano settori come la giustizia, l’istruzione e la gestione dell’acqua, e l’investimento copre anche energie rinnovabili, politiche sociali e digitalizzazione.
Un particolare highlight del Pnrr è l’investimento in circa 3 000 chilometri di hardware e software per segnalamento ferroviario, che migliorerà la capacità di traffico e permetterà una migliore circolazione dei treni merci provenienti da altri Stati dell’UE in Italia.
Il piano complessivo di ripresa e resilienza dell’Italia ha un budget totale di 191,6 miliardi, come indicato dalla portavoce dell’esecutivo comunitario.
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Terza rata PNRR da 18,5 miliardi di euro
La Commissione europea ha erogato la terza rata del PNRR, totalizzando un importo di 18,5 miliardi di euro, come annunciato dal Ministro Raffaele Fitto. Questa erogazione segue una valutazione positiva della Commissione sugli obiettivi e traguardi stabiliti dal Piano, conferma ulteriormente approvata dagli Stati membri UE attraverso diverse commissioni.
Con questa rata, l’Italia ha accumulato 85,4 miliardi di euro, rappresentando oltre il 44% del totale del PNRR. Questa somma riflette una collaborazione stretta con la Commissione europea e rappresenta gli sforzi dell’Italia per raggiungere obiettivi in diversi settori chiave, tra cui concorrenza, giustizia, amministrazione pubblica e fiscale, nonché ambiti come l’istruzione, il mercato del lavoro e il sistema sanitario. Il Ministro sottolinea che questi fondi sosterranno anche investimenti nella transizione digitale e verde, promuovendo ricerca, innovazione e istruzione.
Il Ministro Fitto enfatizza che gli sforzi continueranno senza interruzione, puntando ora alla valutazione positiva per la quarta rata e alla revisione complessiva del Piano, inclusa l’aggiunta del nuovo capitolo REPowerEU.
Considerazioni
L’emergere del PNRR come strumento finanziario nell’ambito dell’Unione Europea ha introdotto una nuova dinamica nel discorso sul finanziamento condiviso. Mentre l’idea degli eurobond era stata proposta come un mezzo per rafforzare la solidarietà finanziaria tra gli stati membri, soprattutto in tempi di crisi, il PNRR sembra, nella pratica, fungere da sostituto a questo meccanismo. Entrambi gli strumenti mirano a sostenere gli investimenti e la crescita nei paesi con moneta comune, ma con modalità e tempistiche diverse.
Una delle caratteristiche chiave del PNRR è la necessità di realizzare gli investimenti entro una scadenza ristretta di pochi anni. Questo pone una serie di sfide, soprattutto quando si tratta di progetti strutturali che richiedono più tempo. La natura a breve termine del PNRR potrebbe non essere adatta a progetti di vasta portata, come infrastrutture o riforme del sistema sanitario, che richiedono piani a lungo termine e investimenti prolungati. Questo evidenzia la necessità di un approccio complementare che includa sia strumenti a breve termine come il PNRR, sia meccanismi di finanziamento a lungo termine.
La realizzazione tempestiva dei progetti richiede non solo fondi, ma anche un sistema che permetta un’implementazione rapida ed efficiente. In questo contesto, la burocrazia eccessiva diventa un ostacolo. In particolare, paesi come l’Italia, con una storia di processi burocratici lunghi e complessi, potrebbero trovare sfidante aderire alle scadenze del PNRR. È essenziale che, parallelamente all’approvazione di tali fondi, venga promosso un forte impegno politico per semplificare e snellire la burocrazia, garantendo che progetti cruciali non rimangano intrappolati in lunghe attese amministrative.