Tutto è partito dalla Francia, l’Unione Europea ha dato il via libera al piano francese di vietare le tratte in aereo considerate “brevi” qualora vi sia l’equivalente alternativa su treno. Una decisione che potrebbe essere estesa anche negli altri paesi Ue.
In particolare, – riporta Repubblica – lo stop ai voli potrà scattare se il treno garantisce lo stesso percorso dell’aereo, cioè lo stesso collegamento tra due città, con meno di due e ore e mezza di viaggio lungo i binari. Il via libera dell’Europa ai francesi, però, viene sottoposto adesso ad alcune condizioni.
Queste le condizioni:
– il collegamento ferroviario dovrà essere garantito più volte al giorno, e senza cambio di treno;
– e dovrà anche essere bidirezionale, con viaggi di andata e ritorno sulla stessa tratta;
– le frequenze dovranno essere sufficienti e in campo sempre ad orari adeguati per i passeggeri;
– tra partenza e ritorno in treno, il viaggiatore deve poter restare almeno 8 ore nella città di arrivo.
E continua – Questo divieto potrà essere fissato a condizione che il treno parta e arrivi non certo in una qualsiasi stazione della città (Parigi ha sette stazioni, Lione sette tra stazioni e punti di fermata). Il treno deve partire direttamente dal binario ad alta velocità dell’aeroporto (all’andata) e approdare allo stesso binario ad alta velocità (al ritorno).
Perché conta
Il divieto francese sui voli a breve raggio avallato dall’Unione Europea rappresenta un precedente che potrebbe essere applicato in altre Nazioni europee, compresa l’Italia. Lo sforzo di ridurre le emissioni di anidride carbonica ha portato la Francia a optare per questa misura che però andava valutata dall’Ue, visto che andava ad inserirsi nella limitazione della concorrenza per le compagnie aeree e anche nella libertà di scelta dei consumatori, a cui l’Ue ci tiene tanto, ma a quanto pare non in questo caso.
Il problema è che l’Unione Europea continua ad occuparsi di questioni secondarie e irrilevanti dal punto di vista strategico (visto anche che l’Europa conta relativamente poco a livello di emissioni di anidride carbonica rispetto a giganti come Cina e India) e tralascia completamente questioni primarie come la sovranità alimentare ed energetica del Vecchio Continente, i cui risultati si vedono proprio ora.
L’Unione Europea ha forti similitudini con la burocraticissima ex Unione Sovietica, da ultimo andando ad occuparsi persino di questioni quantomeno eticamente discutibili (come l’obbligo di riconoscere “genitori dello stesso sesso”) mentre Stati Uniti e Cina pensano a computer quantistici e microchip. Ad ognuno il suo.
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