Il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara propone di non dare il reddito di cittadinanza ai giovani che non hanno finito la scuola. Lo si evince da una sua chiara affermazione rilanciata dai media: “Chi ha interrotto illegalmente il percorso di studi prima della fine dell’obbligo scolastico a 16 anni non può percepire il reddito di cittadinanza o la misura che verrà proposta per sostituirlo e lo stesso vale per chi non si impegna a cercare lavoro”.
Secondo i dati in possesso del Ministro, in Italia ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni. 11.290 hanno solamente la licenza elementare o persino nessun titolo di studio, poi ci sono altri 128.710 giovani che hanno raggiunto il conseguimento della licenza media. Infine ci sono i circa 200.000 neet, persone giovani che non studiano e non lavorano.
Perchè conta?
Innanzi tutto perchè è illegale. “L’Obbligo Formativo rappresenta il diritto/dovere dei giovani di frequentare attività formative per almeno 12 anni, fino all’età di 18 anni o, comunque, fino al conseguimento di un Diploma di Stato o di una Qualifica professionale triennale entro il 18° anno di età.23 dic 2021” (informagiovaniroma.it), pertanto percepire il reddito di cittadinanza senza aver prima assolto all’obbligo formativo dovrebbe porre quantomeno degli interrogativi su che tipo di futuro i governi precedenti avevano pensato per i giovani.
È chiaro, e non ci voleva Valditara, per capire ch ei giovani che non studiano e non lavorano magari non lo fanno soprattutto se a 18 anni non hanno nemmeno la terza media. Quando i profili con il più grande mismatch richiedono come minimo una qualifica professionale se non la laurea in ingegneria elettronica.
Una vera “svista” dei governi precedenti che però risulta “imperdonabile” politicamente. Quanto tempo hanno già perso, riguardo al loro futuro i giovani neet che potevano essere accompagnati nel mondo del lavoro in modo diverso.
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